
Domande frequenti sul nostro patto digitale
Il nostro patto digitale può essere scaricato qui.
Tutti i soci attivi di Obiettivo 14+ si vincolano al rispetto delle regole contenute nel patto digitale.
In questa pagina trovi le risposte alle domande più frequenti che ci vengono poste a proposito del patto digitale e della sua applicazione.
Cos’è un “patto digitale”?
Un patto digitale è un accordo, sottoscritto tra genitori e figli facenti parte della stessa comunità (ad es. che frequentano la stessa scuola), nel quale viene regolato l’accesso ai dispositivi connessi come smartphone e tablet da parte dei figli. I singoli patti digitali possono variare tra loro; nel patto di Obiettivo 14+, come in molti altri, è prevista la rinuncia a un dispositivo personale fino ai 14 e all’utilizzo dei social fino ai 16 anni, mentre i genitori si impegnano ad avvicinare i propri figli alla tecnologia in un contesto protetto, consapevole e adatto alla loro età.
Uno dei motivi principali per cui molti genitori acquistano uno smartphone per i propri figli anche in giovanissima età - pur essendo consapevoli dei suoi effetti negativi - è quello di evitare che il proprio figlio venga escluso “perché tutti gli altri ce l’hanno”. Il patto digitale aiuta a creare la massa critica necessaria per fare in modo che le proprie figlie non siano più, per l’appunto, “le uniche” a non avere lo smartphone. Anzi, con l’adeguato coinvolgimento del numero più alto possibile di genitori, ad esempio nell’ambito della propria scuola, i bambini con lo smartphone potrebbero anche diventare la minoranza.
Chi ha scritto il testo del Patto digitale? È validato da esperti?
Il Patto è stato redatto da Obiettivo 14+ prendendo spunto dai testi di altri patti digitali. Non ci siamo inventati nulla: le regole del Patto si basano su studi scientifici che godono di un ampio consenso tra gli esperti. Prima della pubblicazione, il Patto è stato sottoposto ad alcuni psicologi specializzati.
Nella definizione delle regole del Patto abbiamo voluto essere pragmatici e concreti, consapevoli del fatto che nelle discussioni tra genitori e figli può essere utile potersi rifare a un’entità terza e super partes che fissa le regole. Tuttavia, abbiamo voluto nel contempo lasciare la libertà alle famiglie di definire i dettagli legati alla gestione della routine quotidiana. Ad esempio, riteniamo che la scelta dei dispositivi condivisi e la definizione dei loro tempi di utilizzo sia personale e non possa essere generalizzata. L’importante è che ciascuna famiglia si doti fin da subito di regole adatte ai propri ritmi quotidiani che vengano poi implementate e difese con coerenza.
Come posso sottoscrivere il Patto digitale?
Basta
diventare soci attivi di Obiettivo 14+. Tutti i soci attivi di Obiettivo 14+ hanno aderito al nostro Patto digitale e si sono impegnati a rispettarlo per la propria famiglia. Diventando socio con la tua famiglia, ti unisci a un folto gruppo di genitori che hanno deciso di regalare ai propri figli un’infanzia senza smartphone, senza per questo rinunciare a un uso consapevole e sicuro della tecnologia.
Qual è l’età migliore per sottoscrivere il Patto digitale?
Per essere efficace, il nostro Patto digitale andrebbe sottoscritto prima che la figlia riceva il suo primo smartphone, e possibilmente anche prima che inizi a chiedere uno smartphone personale.
Il momento ideale è quando i figli frequentano la scuola elementare, in particolare dalla classe terza in poi. Si tratta del periodo in cui i bambini ma anche gli altri genitori iniziano ad acquisire consapevolezza del fenomeno smartphone. È quindi più facile accordarsi con altri genitori sull’idea di ritardare l’acquisto dello smartphone per i propri figli, ed è anche più facile iniziare a spiegare ai propri figli i perché di questa scelta.
Perché 14 anni? Non posso decidere io in base alla maturità di mio figlio?
È naturale voler basare questa scelta sulla maturità del proprio figlio, ma gli esperti come Jonathan Haidt, Alberto Pellai e Alvaro Bilbao suggeriscono che l’età conta più della maturità individuale quando si tratta di introdurre uno smartphone.
Jonathan Haidt evidenzia che l’uso precoce degli smartphone, e in particolare dei social media, è legato a un aumento dell’ansia, della depressione e della dipendenza digitale. Anche un bambino apparentemente maturo può essere vulnerabile a queste dinamiche. Aspettare i 14 anni significa ridurre i rischi e lasciare più spazio alla crescita personale prima di immergersi nel mondo digitale.
Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, sottolinea che prima dei 14 anni i ragazzi non hanno ancora sviluppato pienamente la capacità di autoregolarsi. Anche i più responsabili possono faticare a gestire il tempo online e a difendersi dai contenuti dannosi. Dare uno smartphone troppo presto significa esporre un bambino a una realtà che non è ancora pronto ad affrontare.
Alvaro Bilbao, neuropsicologo, spiega che il cervello dei bambini e dei preadolescenti è ancora in formazione e altamente plastico. Uno smartphone personale prima dei 14 anni può interferire con lo sviluppo di abilità fondamentali come la concentrazione, la gestione delle emozioni e la capacità di tollerare la noia. Il rischio è che il cervello si abitui troppo presto alla gratificazione immediata degli schermi, rendendo più difficile un uso equilibrato in futuro.
Anche se un bambino dimostra maturità, questo non elimina i rischi legati all’uso precoce della tecnologia. Anche i ragazzi più responsabili possono essere esposti a contenuti inappropriati come violenza, pornografia o fake news, cadere nelle dinamiche tossiche dei social media come il confronto costante, il cyberbullismo e la dipendenza da like e notifiche, essere distratti nello studio e nelle attività quotidiane o sviluppare difficoltà nel gestire il sonno e la concentrazione.
Aspettare i 14 anni non significa non fidarsi del proprio figlio, ma proteggerlo da un ambiente digitale che nemmeno gli adulti trovano facile da gestire. Prima di questa età, è possibile introdurre gradualmente la tecnologia attraverso l’uso di un telefono condiviso per chiamate e messaggi, senza connessione ai social, favorendo esperienze reali come sport, gioco libero e interazioni faccia a faccia. È importante anche parlare di digitale in famiglia, educando alla sicurezza online e alla gestione del tempo sugli schermi.
In sintesi: decidere di aspettare i 14 anni non significa privare un figlio della tecnologia, ma offrirgli il tempo di sviluppare le capacità per usarla in modo sano. Quando arriverà il momento, sarà molto più in grado di gestirla con equilibrio e responsabilità.
Perché 16 anni per i social?
L’uso dei social network prima dei 16 anni può avere conseguenze significative sul benessere psicologico e sullo sviluppo dei ragazzi. Molti esperti concordano sul fatto che ritardare l’accesso ai social permette ai ragazzi di maturare competenze emotive e cognitive fondamentali per gestire questi strumenti in modo più sano e consapevole.
Lo psicologo sociale Jonathan Haidt, professore alla New York University, sottolinea che l’aumento dell’ansia e della depressione negli adolescenti coincide con la diffusione degli smartphone e dei social network, soprattutto tra le ragazze. I social possono amplificare l’insicurezza, il confronto costante con gli altri e la dipendenza da like e notifiche. Aspettare i 16 anni significa permettere ai ragazzi di sviluppare una maggiore stabilità emotiva prima di immergersi in un ambiente digitale che può essere molto stressante.
I social network non sono spazi progettati per i ragazzi, ma per gli adulti e per fini commerciali. I giovani preadolescenti non hanno ancora sviluppato del tutto il pensiero critico necessario per difendersi da contenuti dannosi, fake news, cyberbullismo o dalla pressione sociale legata all’immagine e alla popolarità online. L’uso precoce può inoltre interferire con la qualità delle relazioni reali e con il tempo dedicato a esperienze fondamentali per la crescita.
Il cervello degli adolescenti è particolarmente vulnerabile alla gratificazione immediata e ai meccanismi di ricompensa su cui si basano i social. Più tempo trascorrono sui social, più il loro cervello si abitua alla stimolazione continua, rendendo difficile concentrarsi su attività meno immediate ma più significative come la lettura, lo studio o le relazioni faccia a faccia. Aspettare i 16 anni permette loro di rafforzare l’autoregolazione e la capacità di gestire in modo più consapevole il tempo trascorso online.
Un’altra considerazione importante è che molti social network permettono l’utilizzo anche prima dei 16 anni, ma tale decisione è dettata più da motivi legali che per una reale tutela dell’adolescente. La ricerca mostra che, anche dopo aver raggiunto l’età minima richiesta dai social network, molti ragazzi non sono ancora pronti a gestire in modo maturo i rischi e le pressioni di queste piattaforme.
Prima dei 16 anni, i genitori possono aiutare i figli a sviluppare competenze digitali in modo graduale, ad esempio permettendo l’uso di strumenti di comunicazione più sicuri e controllati, parlando apertamente delle dinamiche dei social e delle loro implicazioni, e incoraggiando esperienze sociali reali che non dipendano esclusivamente dalla tecnologia.
Aspettare i 16 anni non significa quindi isolare i ragazzi dal mondo digitale, ma permettere loro di accedervi con maggiore consapevolezza, riducendo i rischi e favorendo un utilizzo più equilibrato e sicuro.
Il Patto chiede di firmare un contratto con i propri figli che, dopo i 14 anni, ricevono uno smartphone personale. Perché? E avete qualche esempio di contratto?
Un accordo scritto permette di definire regole chiare senza imporle e anzi responsabilizzando i figli con un atto “da adulti”. Ecco
qui un esempio, da personalizzare a seconda delle proprie esigenze.
Se mio figlio non si abitua a uno smartphone, non c’è il rischio che rimanga indietro sull’utilizzo della tecnologia, o che alla consegna dello smartphone ai 14 anni ne venga sopraffatto o si crei dipendenza?
È una preoccupazione comprensibile, ma in realtà, numerosi esperti suggeriscono che l’approccio graduale all’uso della tecnologia, con l’introduzione dello smartphone a partire dai 14 anni, non porta a svantaggi significativi in termini di sviluppo delle competenze digitali.
I ragazzi di oggi imparano rapidamente a usare la tecnologia quando ne hanno bisogno. L’importante non è la quantità di tempo che trascorrono sui dispositivi, ma la qualità dell’esperienza digitale. Aspettare a introdurre lo smartphone offre ai ragazzi più tempo per sviluppare competenze sociali, cognitive e emotive fondamentali che permetteranno loro di gestire la tecnologia in modo più sano quando ne avranno accesso. Non è necessario che un ragazzo sia esposto alla tecnologia fin da giovane per essere "aggiornato" o capace di usarla efficacemente. L’idea che restare senza smartphone possa farli "rimanere indietro" è più una preoccupazione legata alla pressione sociale che a una reale necessità.
Infatti, un uso precoce dello smartphone può essere più dannoso che utile, in quanto può portare a difficoltà nell’autoregolarsi e sviluppare dipendenze. I ragazzi che ricevono uno smartphone troppo presto sono più vulnerabili a rischi come l’uso eccessivo, l'esposizione a contenuti inappropriati e il deterioramento delle capacità di attenzione. A 14 anni, un ragazzo è generalmente più capace di gestire il tempo sugli schermi in modo equilibrato, con una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità legate all’uso della tecnologia.
Inoltre, è importante sottolineare che un ragazzo che non ha avuto uno smartphone prima dei 14 anni può acquisire abilità digitali anche in modo graduale, senza il bisogno di un accesso illimitato a Internet e ai social media. I genitori possono aiutare i figli a imparare gradualmente l’uso della tecnologia attraverso altre piattaforme (come computer o tablet) sotto la loro supervisione, senza che lo smartphone diventi il loro unico strumento di comunicazione. Su internet esistono numerosi contenuti sicuri, adatti a bambini e adolescenti e ai loro interessi, che si possono scoprire in modo sicuro anche su un dispositivo condiviso. In sintesi, aspettare fino ai 14 anni non implica che un ragazzo rimanga indietro, ma permette di introdurlo alla tecnologia in un momento in cui è più maturo, più in grado di gestirla in modo equilibrato e con una maggiore consapevolezza dei rischi.
Perché lo smartphone personale non è consentito, se mia figlia può usare il mio? Che differenza c’è?
Nella pratica è molto più facile e accettato stabilire delle regole di utilizzo di un dispositivo condiviso, anziché delle regole su uno smartphone personale.
Almeno fino ai 14 anni, utilizzare un dispositivo connesso in media per qualche decina di minuti al giorno è la soluzione più sana. Per tale utilizzo è sufficiente un dispositivo condiviso, che può essere il dispositivo di un genitore “prestato” alla figlia in orari e con limiti ben definiti, oppure un dispositivo familiare specifico per l’educazione tecnologica dei ragazzi.
Sono vincolato all’intero testo del Patto?
Sì, il Patto costituisce una base comune per tutti i soci attivi di Obiettivo 14+ ed è pensato per essere osservato nella sua interezza. Esso lascia comunque la libertà ai genitori di definire per la propria famiglia alcuni aspetti pratici (es. le modalità di utilizzo dei dispositivi condivisi), o di introdurre delle regole più restrittive se lo ritengono opportuno (es. dei limiti di età superiori).
Per quanto tempo siamo vincolati se diventiamo soci e sottoscriviamo il Patto?
L’adesione a Obiettivo 14+ si rinnova tacitamente ogni fine anno. Ogni socio può decidere quindi annualmente se interrompere la propria adesione e, di conseguenza, il proprio impegno al rispetto del Patto.
Posso adattare il Patto alle mie esigenze, modificando una o più regole a seconda della nostra situazione familiare?
Le regole del Patto sono pensate come base comune per tutti i soci di Obiettivo 14+ e non possono essere modificate. I genitori possono tuttavia adattarle al proprio contesto familiare, ad esempio stabilendo delle regole per la durata e le modalità di utilizzo dei dispositivi condivisi. Anche queste regole “personalizzate” dovranno essere chiaramente spiegate ai figli.
Ritengo che una parte del Patto debba essere modificata. Come posso segnalarlo?
Il nostro Patto è stato redatto nell’arco di diversi mesi, prendendo spunto da un grande numero di studi in merito e altri patti sottoscritti da migliaia di altri genitori. Ciò non significa che sia perfetto: se hai dei suggerimenti per migliorarlo condividili con noi e ne parliamo.
Ho un figlio grande che ha già uno smartphone da prima dei 14 anni. Per l’altro figlio più piccolo vorrei aspettare fino ai 14 anni. Come posso giustificare questa decisione nei suoi confronti?
È normale che il figlio più piccolo si chieda perché il fratello maggiore abbia ricevuto lo smartphone prima di lui. Questa situazione è comune in molte famiglie e va affrontata con chiarezza, coerenza e comprensione.
Negli ultimi anni abbiamo scoperto molto di più sugli effetti negativi degli smartphone sulla salute mentale dei ragazzi. Se prima non si conoscevano questi rischi in modo chiaro, ora sappiamo che aspettare è una scelta più sicura. Questo significa che, come genitori, è naturale adattare le regole per il bene dei figli più piccoli.
Inoltre, ogni figlio è diverso e non esiste una regola unica valida per tutti. Spiegare questa decisione al bambino con calma lo aiuterà a capire che non si tratta di un’ingiustizia, ma di un modo per garantirgli una crescita più serena.
Come spiegare quindi questa scelta al figlio più piccolo?
- Riconoscere il cambiamento → “Quando abbiamo dato il telefono a tuo fratello, non sapevamo tutto quello che sappiamo oggi. Abbiamo imparato che è meglio aspettare un po’ di più per il tuo bene.”
- Far capire che è una scelta di cura, non di punizione → “Non vogliamo privarti di qualcosa, ma proteggerti. Il cervello dei bambini si abitua facilmente agli schermi e spesso poi diventa difficile staccarsi. Ti stiamo aiutando a non entrare in questa dinamica troppo presto.”
- Evidenziare i vantaggi → “Aspettando, potrai goderti più esperienze reali, giocare di più, dormire meglio e sviluppare la tua creatività senza essere sempre connesso.”
- Trovare alternative → “Ci saranno momenti in cui potrai usare dispositivi condivisi per messaggi o chiamate, così non ti sentirai escluso.”
Cosa fare in pratica?
- Coinvolgere anche il figlio maggiore → Se possibile, il fratello più grande può confermare che uno smartphone precoce ha portato anche difficoltà (ad esempio, più distrazioni nello studio o maggiore dipendenza dallo schermo).
- Creare un ambiente familiare equilibrato → Anche i genitori devono dare il buon esempio, riducendo l’uso eccessivo dello smartphone.
- Valorizzare l’unicità di ciascun figlio → Ogni bambino ha esigenze diverse e le scelte educative si adattano alla loro crescita.
In conclusione: questa decisione non è un’ingiustizia, ma un modo per proteggere il figlio più piccolo alla luce delle nuove conoscenze scientifiche. Con il tempo, capirà che aspettare non è una perdita, ma un’opportunità per crescere meglio!
Ho regalato uno smartphone a mia figlia, ma ora ho cambiato idea e glielo vorrei togliere, ma lei si rifiuta. Come posso fare?
Cambiare idea dopo aver già regalato uno smartphone può essere complicato, soprattutto quando la figlia si rifiuta di accettare la decisione. Tuttavia, affrontare la situazione con chiarezza, empatia e fermezza può aiutare a trovare una soluzione equilibrata. Ecco alcuni passi che puoi seguire:
- Parlare apertamente e spiegare le ragioni: è importante comunicare a tua figlia le ragioni per cui hai cambiato idea. Spiega in modo trasparente che, dopo aver riflettuto, hai compreso meglio i rischi legati a un uso troppo precoce dello smartphone, come il suo impatto sulla salute mentale, le difficoltà nel gestire la dipendenza da schermo, o l’esposizione ai social media. Utilizza gli argomenti di esperti che evidenziano come l’uso eccessivo della tecnologia possa influire sul benessere psicologico e sullo sviluppo dei ragazzi. Puoi anche sottolineare che il tuo obiettivo è proteggerla e aiutarla a crescere in modo equilibrato.
- Ascoltare le sue preoccupazioni: prima di prendere qualsiasi decisione, è fondamentale ascoltare le sue motivazioni. Magari tua figlia si sente esclusa dai suoi coetanei o ha delle paure riguardo la socializzazione. Comprendere le sue emozioni e preoccupazioni ti permetterà di rispondere in modo più sensibile e adeguato. Mostrare empatia può aiutare a diminuire la resistenza.
- Proporre alternative graduali: se la decisione di togliere lo smartphone è definitiva, potresti proporre delle alternative che possano soddisfare le sue esigenze di comunicazione senza ricorrere all’uso immediato di uno smartphone. Ad esempio:
- Utilizzare un telefono più semplice e senza connessione a Internet;
- Stabilire orari per usare il dispositivo insieme a te, mantenendo un controllo su come viene utilizzato;
- Introdurre dispositivi come tablet o computer sotto supervisione per attività educative o sociali.
- Essere coerente con le regole: una volta che hai spiegato il motivo del cambiamento e offerto alternative, è importante essere coerente con le regole. La fermezza non significa essere rigidi o punitivi, ma stabilire confini chiari che siano rispettati. Se la decisione è di limitare l'uso dello smartphone, bisogna farlo con fermezza e coerenza, mantenendo il dialogo aperto.
- Offrire un piano a lungo termine: se possibile, stabilisci un piano che permetta a tua figlia di riavere lo smartphone in futuro, ma con determinate condizioni. Per esempio, potresti stabilire che a 14 anni potrà riavere il telefono con regole più chiare sull’uso. Questo aiuterà a farle capire che non si tratta di un divieto definitivo, ma di una decisione legata alla sua crescita.
- Rafforzare le relazioni familiari: oltre a trovare soluzioni pratiche, approfitta di questa situazione per rafforzare il legame familiare. Proponi attività alternative che non dipendano dallo smartphone, come giochi di società, sport, letture insieme o altre attività che possano coinvolgere la famiglia e darle l’opportunità di sentirsi più connessa con il mondo reale.
- Rimanere un esempio positivo: ricorda che anche i genitori sono modelli per i figli. Se vuoi che tua figlia impari a usare lo smartphone in modo sano, dimostra tu stesso un uso equilibrato della tecnologia, limitando il tempo trascorso sui dispositivi e facendo attenzione alla tua relazione con il digitale.
In sintesi, il cambiamento di idea deve essere affrontato con comunicazione empatica, coerenza e alternative pratiche, cercando di rispettare i bisogni emotivi e sociali di tua figlia mentre la aiuti a crescere in modo sano nell’era digitale.
Mia figlia, pur non essendo ancora quattordicenne, ha bisogno di uno smartphone per mettersi in contatto con me genitore o altri familiari. Come posso fare?
Il bisogno di comunicare può essere soddisfatto con altre soluzioni che non siano uno smartphone. Ad esempio, potresti dare a tua figlia un telefono senza connessione a Internet, che le permetta di fare solo chiamate e inviare messaggi. Esistono dispositivi pensati appositamente per i bambini e i preadolescenti, anche chiamati “dumb phone” (nello stile dei vecchi telefonini Nokia) che consentono di chiamare e inviare SMS senza le distrazioni o i pericoli dei social media o delle applicazioni non sicure. Questi telefoni possono essere utili per la comunicazione quotidiana senza esporsi ai rischi digitali.
Nel Patto si parla di “dispositivi condivisi”. Cosa consigliate?
Un dispositivo condiviso è un modo efficace e sicuro per avvicinare i ragazzi alla tecnologia e soddisfare le loro curiosità in sicurezza ed evitando la maggior parte dei rischi del dispositivo personale.
Un dispositivo condiviso può essere un vecchio smartphone o tablet, che dovrà essere configurato in modo da limitarne l’utilizzo: si possono impostare dei blocchi temporali, disinstallare la maggior parte delle app, impostare dei filtri nel browser e così via. Il dispositivo dovrà essere collocato in una zona condivisa della sala (es. salone o cucina) e non sarà consentito portarlo altrove.
Un’alternativa può essere un PC o notebook condiviso, posizionato in soggiorno o in un’altra zona comune della casa, anch’esso opportunamente “preparato”, ad es. con un account specifico.
Se il vostro router di casa offre questa possibilità, potete configurare una rete ospiti (guest network) con una password dedicata, e impostare degli orari per la rete ospiti (es. la rete è attiva solo dalle 17 alle 18). Il dispositivo condiviso sarà collegato a quella rete e pertanto sarà automaticamente offline quando quella rete sarà disattivata. In generale è una buona idea non condividere con i figli le password del wifi e neanche del router.
La configurazione di questi dispositivi richiede del tempo: investite almeno qualche ora per prepararli prima di metterli a disposizione!
Consigliate alcuni “dumbphone” in particolare?
Ancora no, ma stiamo lavorando a una lista :) Se hai dei consigli, non esitare a condividerli con noi!
Nella classe di mia figlia c’è una chat di classe. Mia figlia vorrebbe partecipare. Come è possibile senza smartphone?
Se tua figlia desidera partecipare alla chat di classe ma non ha uno smartphone, ci sono diverse soluzioni che potrebbero consentirle di restare connessa senza doverle dare accesso completo a un dispositivo connesso a Internet. Ecco alcune opzioni:
- Utilizzare un tablet o un computer condiviso sotto supervisione. Puoi creare un account o utilizzare un'applicazione di messaggistica come WhatsApp utilizzando il dispositivo sotto il tuo controllo. Se decidi di usare questa soluzione, puoi monitorare le conversazioni e stabilire delle regole per quando e come può usare il dispositivo per partecipare alla chat. In questo caso, il tablet o il computer può essere usato solo in momenti specifici e solo per lo scopo di partecipare alla chat, evitando altre distrazioni o contenuti non adatti.
- Proporre di partecipare tramite il tuo smartphone o computer. Puoi stabilire delle regole chiare sull’uso di questi dispositivi, per esempio solo per la chat della classe e in orari prestabiliti, in modo da limitare l’uso e impedire la tentazione di esplorare altre funzionalità o applicazioni.
- Verifica con la scuola la possibilità di altre soluzioni. Potrebbe essere utile parlare con gli insegnanti o la direzione della scuola per verificare se ci sono altre modalità di comunicazione che non richiedano uno smartphone. Alcune scuole offrono piattaforme di comunicazione interne che non richiedono l’uso di dispositivi personali o che possono essere utilizzate anche su computer. In questo caso, tua figlia potrebbe partecipare senza il bisogno di avere un dispositivo personale.
- Incoraggiare un uso equilibrato della tecnologia. Se decidi di permettere a tua figlia di partecipare alla chat di classe, è importante stabilire delle regole chiare e limiti sull'uso della tecnologia. Per esempio, puoi decidere di permetterle di usare la chat solo per motivi scolastici e limitare l'orario di utilizzo. Inoltre, potresti usarlo come un'opportunità per insegnarle l'importanza della gestione del tempo e dell’equilibrio tra vita digitale e attività offline.
- Sostituire la chat con momenti di socializzazione diretta. Puoi incoraggiare tua figlia a partecipare a incontri di persona con i suoi compagni di classe, come uscite, giochi o attività extrascolastiche, dove può socializzare senza dover dipendere dalla tecnologia.
In sintesi, esistono diverse soluzioni per consentire a tua figlia di partecipare alla chat di classe senza doverle dare uno smartphone. Puoi usare dispositivi condivisi o valutare altre modalità di comunicazione. L'importante è mantenere il controllo e garantire un utilizzo sano della tecnologia, senza compromettere il benessere psicologico di tua figlia.
Nel Patto si parla di “monitorare” e “sorvegliare” ciò che fanno i figli. Quindi devo “spiare” mio figlio? E il suo diritto alla privacy?
Il rispetto della privacy dei figli è importante, ma viene dopo il dovere legale ed educativo di vigilanza e tutela. Nel caso specifico dell’accesso ad Internet, la privacy non può esistere: in rete si può essere autori o vittime di reati anche gravi. Per questo il genitore ha un dovere legale di vigilanza nei confronti dei propri figli, almeno finché è legalmente responsabile dei suoi comportamenti.
È importante comunque evitare il più possibile di “spiare di nascosto”. Meglio chiarire apertamente che il controllo periodico è una condizione per poter usare lo smartphone. I patti chiari e la sincerità sono un modo per avere un dialogo franco e promuovere la responsabilità dei figli.
Perché lo smartphone o il tablet non possono essere portati in camera da letto o in altri spazi privati?
Non è una scelta arbitraria proibire l’uso di smartphone o tablet in camera da letto o in altri spazi privati. Ci sono diverse ragioni educative, psicologiche e di sicurezza che giustificano questa decisione.
Gli esperti sottolineano che l'uso degli smartphone in spazi privati, come la camera da letto, può favorire una dipendenza dalla tecnologia. La disponibilità continua dello smartphone senza limiti spaziali o temporali può portare a un uso eccessivo, in particolare prima di andare a dormire. La stimolazione continua dei dispositivi elettronici può compromettere il sonno, portando a un disturbo del ritmo circadiano e aumentando i livelli di ansia e stress.
Alvaro Bilbao evidenzia che l'esposizione alla luce blu degli schermi degli smartphone e tablet prima di dormire può disturbare la produzione di melatonina, l'ormone che regola il sonno. La luce blu riduce la qualità del sonno e rende più difficile addormentarsi. Dormire in una stanza senza dispositivi elettronici permette ai bambini e agli adolescenti di mantenere un sonno più profondo e ristoratore, fondamentale per il loro sviluppo fisico e mentale.
L'introduzione dello smartphone in uno spazio privato come la camera da letto o il bagno aumenta il rischio di ricezione o trasmissione di contenuti inappropriati o di situazioni di pericolo online (come cyberbullismo, sexting o contatti con estranei). Limitare l'accesso ai dispositivi in ambienti privati permette ai genitori di avere un migliore controllo sull’uso della tecnologia e di garantire la sicurezza digitale.
Quando i dispositivi elettronici vengono usati in spazi comuni come il soggiorno, la cucina o la sala da pranzo, si favorisce una maggiore interazione sociale. I ragazzi sono più propensi a trascorrere del tempo insieme alla famiglia, impegnandosi in attività condivise, come conversazioni, giochi o altre attività non digitali. Questo favorisce una relazione sana e comunicativa, essenziale per lo sviluppo emotivo e psicologico dei bambini e degli adolescenti.
In sintesi, l'idea di non portare smartphone o tablet in camera da letto è volta a garantire un equilibrio tra l'uso della tecnologia e la salute fisica e mentale dei ragazzi. Aiuta a migliorare la qualità del sonno, favorire la socializzazione, ridurre le distrazioni e consentire un controllo più attento sul loro utilizzo della tecnologia. Inoltre, questa scelta educa i giovani a usare la tecnologia in modo consapevole, contribuendo alla loro crescita equilibrata e al loro benessere emotivo.
Mio figlio insiste che vuole utilizzare lo smartphone come sveglia, come posso fare?
Basta offrirgli una sveglia tradizionale, che permette di mantenere l’ambiente senza dispositivi elettronici, favorendo un sonno più sano.
Come posso evitare che mio figlio acceda a contenuti inappropriati dal dispositivo condiviso (es. PC di famiglia)?
Per evitare che tuo figlio acceda a contenuti inappropriati su un dispositivo condiviso, puoi adottare queste soluzioni:
- Usare software di parental control: installa programmi di controllo parentale che ti permettano di monitorare e limitare l'accesso ai siti web, bloccare contenuti inappropriati e impostare filtri di sicurezza.
- Creare un account separato per tuo figlio: configura un account utente per tuo figlio con limitazioni specifiche. Sui sistemi operativi come Windows o macOS, puoi attivare le restrizioni per applicazioni e contenuti web.
- Impostare la navigazione sicura: attiva modalità sicure nei browser (come SafeSearch di Google) e blocca l'accesso a contenuti per adulti. Puoi anche impostare i motori di ricerca per escludere contenuti inappropriati.
- Monitorare l'uso del dispositivo: parla apertamente con tuo figlio sull'importanza di usare Internet in modo sicuro. Come previsto dal Patto, stabilisci regole chiare su quando e come può usare il dispositivo condiviso.
- Educazione digitale: Insegna a tuo figlio come riconoscere contenuti inappropriati e come comportarsi online. Essere proattivi nella conversazione aiuta a prevenire il rischio di esposizione a contenuti dannosi.
Con queste misure, puoi mantenere il controllo sull'uso del dispositivo e garantire un'esperienza digitale più sicura per tuo figlio.
Come posso evitare che mio figlio acceda a contenuti inappropriati tramite gli amici?
Per evitare che tuo figlio acceda a contenuti inappropriati tramite gli amici, puoi adottare queste strategie:
- Educazione alla sicurezza digitale: parla con tuo figlio dell’importanza di evitare contenuti inappropriati e dei rischi legati a condivisioni online. Aiutalo a comprendere come riconoscere materiale dannoso e come comportarsi in caso di pressioni da parte degli amici.
- Impostare regole chiare sull’uso di Internet: definisci delle regole su quali contenuti sono appropriati e chiarisci che non è mai accettabile accedere a materiale che non è adatto alla sua età, nemmeno su consiglio degli amici.
- Promuovere la comunicazione aperta: Incoraggia un dialogo costante in cui tuo figlio si senta libero di parlare con te di qualsiasi contenuto che gli sembri strano o sconveniente, senza timore di essere giudicato.
- Sviluppo della consapevolezza digitale: Aiutalo a sviluppare un buon giudizio critico rispetto ai contenuti che incontra online. Ad esempio, spiegagli che non tutto ciò che gli amici potrebbero condividere è sicuro o appropriato.
In questo modo, contribuendo a creare una cultura della consapevolezza e della sicurezza digitale, puoi ridurre il rischio che tuo figlio acceda a contenuti dannosi tramite gli amici.
I videogiochi e la televisione rientrano nell’ambito di applicazione del Patto, cioè valgono le stesse regole anche per loro?
Il nostro Patto si limita a regolare l’utilizzo di dispositivi connessi come smartphone, tablet e PC.
I videogiochi e la televisione possono costituire degli strumenti educativi importanti per la crescita, ma, se utilizzati impropriamente o in modo troppo intenso, rischiano anch’essi - come i dispositivi connessi - di creare dipendenza o di togliere il tempo ad attività nel “mondo reale” che sono invece fondamentali per la crescita. Pertanto, se come genitori ci si impegna per un utilizzo sano delle tecnologie, oltre a limitare l’utilizzo di smartphone e tablet è opportuno fissare delle regole anche per videogiochi e TV. E anche in questo caso vale: guardate film e - se lo ritenete opportuno - giocate ai videogiochi insieme ai vostri figli, prestando cura a scegliere contenuti adatti alla loro età e a discutere con loro di quanto visto, per favorire una crescita consapevole.
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